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Che cos’è la telepresenza?

La telepresenza oggi è conosciuta soprattutto grazie alle macchine robotiche che vengono impiegate a scopi diversi.

Le macchine da telepresenza

Si tratta di macchine che hanno una base su ruote, con una struttura alta 1,30-1,50 m a seconda dei modelli e un monitor (o un tablet) posto in cima, oltre a una nutrita serie di sensori e a una telecamera incorporata.. Il robot di telepresenza è spostato a distanza, e consente a una persona in viaggio di muoversi, attraverso la macchina, dentro la propria casa o l’ufficio per controllare la situazione e parlare con parenti o colleghi. Chi lo comanda usa la videocamera e il microfono del proprio portatile, attraverso cui impartisce gli ordini al robot, per mostrare il viso e far sentire la propria voce. E’ una sorta di avatar. Robot di telepresenza sono usati già per l’assistenza agli anziani o da manager in viaggio, con costi da 1500 euro agli oltre 10.000 per i modelli ultra professionali.

Dove si testano le macchine della telepresenza?

Uno dei più importanti centri di sviluppo di sistemi di telepresenza al mondo si trova a Pisa, dove dal 1995 il comune si è accordato con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa per fare di questo paese un laboratorio dove testare con i 5 mila abitanti i nuovi robot. Una popolazione con molti ultra60enni, che forniscono spunti all’istituto pisano per nuovi automi in grado di aiutarli nelle piccole faccende quotidiane. Uno dei progetti sviluppati a Pisa ha portato, nel 2010, a testare per due mesi delle macchine che facevano da spazzini, DustBot e DustCart. Basta dare una telefonata e la macchina si presenta sotto casa, raccoglie dalle persone la spazzatura e la porta a destinazione praticando correttamente la differenziata.

Partendo da questo concetto poi è stato concepita l’idea che le macchine potessero anche entrare nelle case. Così è nato il progetto Robot-Era che consiste nella presenza di tre automi, uno che si muove all’esterno, uno che fa da portiere del condominio, e uno che sta dentro casa a fianco delle persone. I tre sembrano degli innocui pupazzi, studiati per non creare apprensione negli utenti. Finanziato con 8,7 milioni di euro, di cui 6,4 della Commissione europea e il resto da partner privati, il progetto è una sorta di smartphone, cioè in grado di comunicarci e darci ogni tipo di informazione, ma anche muoversi e compiere azioni, grazie alla presenza delle braccia.

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