Skip to content

Category archive for: Tecnologia

Facciamo chiarezza sugli elettrostimolatori

Gli elettrostimolatori sono dispositivi molto pubblicizzati oggigiorno che venivano, una volta, utilizzati esclusivamente da atleti e fisioterapisti per far recuperare i muscoli, e che vengono oggi spesso spacciati come macchine miracolose in grado di farvi ottenere un fisico invidiabile senza fare fatica.

La verità è distante da queste pubblicità illusorie che fanno leva sul desiderio delle persone di rimanere (o di tornare) in forma senza muoversi dal divano. E’, però, vero che gli elettrostimolatori possono aiutare nel mantenere attivi i muscoli, nel combattere dolori muscolari e nel recuperare da piccoli infortuni senza dover consultare un medico o un fisioterapista.

Quali sono le funzioni di un elettrostimolatore?

Innanzitutto, gli elettrostimolatori addominali che potete trovare più facilmente in commercio hanno tre funzioni principali: infortunio, sportiva ed estetica. Vengono principalmente utilizzati per le prime due categorie in cui potete, infatti, trovare molti più programmi.

Gli elettrostimolatori funzionano tramite degli elettrodi che vanno posizionati sulla zona interessata e che trasmettono impulsi elettrici a bassa frequenza in grado di far contrarre il muscolo in una maniera simile al fenomeno muscolare che si verifica durante un allenamento in palestra.

Una volta che avrete applicato gli elettrodi sulla parte interessata (seguendo le indicazioni del foglietto illustrativo), dovrete scegliere il programma più indicato alle vostre esigenze e necessità e avviare il dispositivo, incrementando l’intensità fino a quando sentirete un pizzicore e avvertirete i muscoli contrarsi. L’elettrostimolazione non deve essere dolorosa, se avvertite fastidio o dolore diminuite semplicemente l’intensità della corrente.

Ad ognuno il suo

I dispositivi più avanzati (ma anche molto più costosi) sono wireless: sono cioè in grado di trasmettere gli impulsi agli elettrodi applicati sulla pelle senza il bisogno di essere collegati da cavi. I modelli più comuni, invece, sono dotati di fili e possono essere a due o quattro canali.

Un elettrostimolatore a due canali può lavorare su una sola fascia muscolare alla volta (ha solo due elettrodi), mentre uno a quattro canali può trattare due gruppi muscolari contemporaneamente. Tenete a mente che per ogni gruppo muscolare servono due elettrodi (mai uno singolo) tra i quali si creerà un passaggio di corrente che stimolerà il muscolo e genererà una contrazione.

La varietà di elettrostimolatori in circolazione implica che ogni modello abbia delle caratteristiche specifiche che lo rendono più o meno adatto per un particolare uso. Perciò, ogni categoria di persone (sportivi, atleti reduci da infortuni, casalinghe, lavoratori ecc.) dovranno scegliere un modello diverso in base alle esigenze individuali. Generalmente, questi dispostivi hanno un prezzo medio-alto.

Il costo sale per apparecchi professionali che sono, però, poco indicati per un uso casalingo e sporadico. Al contrario, dovrebbe suonarvi un campanello d’allarme qualora vi imbatteste in un elettrostimolatore dal prezzo troppo basso: quando si parla di attrezzature mediche è importante non correre al risparmio. Marche e prodotti scadenti rischierebbero di danneggiarvi piuttosto che di alleviare i vostri fastidi e dolori.

Passione macchina fotografica: caratteristiche, modelli e preferenze

Scegliere la macchina fotografica può risultare un’impresa difficile dato che oggi tra compatte, reflex e di medio livello la scelta diventa complessa e in modo particolare quando si è neofiti della materia. Per individuare il modello che fa al proprio caso, infatti, bisogna prendere in considerazione anche diversi aspetti tecnici. Vediamo quali.

Una macchina fotografica per ciascuno

I diversi tipi di macchine fotografiche che è possibile trovare oggi si differenziano gli uni dagli altri in qualche aspetto che sia più tecnico o più estetico, per cui ogni modello risulta più adatto a soddisfare determinate esigenze rispetto agli altri. Se non si è dei grandi esperti del settore, ma si desidera una macchina fotografica propria, è consigliabile prendere informazioni sui diversi modelli esistenti, sulle loro differenze per capire che genere di macchina potrebbe essere più adatta a soddisfare le proprie necessità.

Per esempio, bisogna sapere che le fotocamere compatte denominate “point and shoot”, ovvero punta e scatta, sono le macchine fotografiche che più si adattano a qualsiasi esigenza e possono tranquillamente essere usate tutti i giorni anche da coloro che cercano in una macchina fotografica la comodità e la praticità. Per chi è alle prime armi, anche le compatte si rivelano subito maneggevoli e facili da usare date le loro impostazioni molto semplici ed essenziali per cui è necessario solo puntare l’obbiettivo verso il soggetto e scattare la foto. Questo spiega anche perché la qualità delle compatte non sia esattamente tra le migliori.

Quale macchina fotografica scegliere

I parametri di scatto sono tra le caratteristiche principali delle fotocamere bridge: queste fotocamere sono dotate di uno zoom di grande portata e permettono di usare più impostazioni insieme. A metà strada tra la compatta e la reflex si posiziona la mirrorless, ovvero la macchina fotografica su cui è possibile sistemare l’obbiettivo. La caratteristica di queste macchine è quella di assicurare molta flessibilità e una qualità decisamente superiore rispetto alle compatte seppur inferiore alle reflex.

A confermarsi le macchine fotografiche più complete in assoluto, infatti, sono proprio le reflex. Una reflex, infatti ,può essere dotata di diversi obbiettivi, si possono facilmente regolarne in modo preciso tutti i parametri di scatto, e per queste sue qualità non è solo indicata per i professionisti ma anche per gli appassionati di fotografia, che possono tranquillamente far fare tutto alla macchina e contare sulle sue funzioni automatiche per ottimizzare la resa della foto. Naturalmente quando si deve scegliere una macchina fotografica, vanno messi in conto anche aspetti più propriamente tecnici come il numero dei megapixel o il livello di luminosità del sensore, sempre in base allo scopo per cui si desidera usare la macchina.

Trasformare l’acqua salata in potabile con osmosi inversa

Cos’è l’osmosi inversa? A cosa serve e come funziona il processo dell’osmosi? L’osmosi inversa serve principalmente per ottenere un’acqua altamente purificata, ma vediamo meglio in cosa consiste e perché potrebbe essere usato in casa.

Osmosi inversa: che cos’è

L’osmosi inversa è un metodo di purificazione dell’acqua comune che sfrutta una membrana semipermeabile attraverso cui viene effettuata una sorta di filtrazione dell’acqua. Nel processo di osmosi, però, viene applicata una certa pressione per poter superare quella osmotica e proprio questo permette di ottenere acqua purificata. Tale processo serve per rimuovere tutte le molecole e gli ioni presenti nell’acqua di rubinetto utilizzando questa membrana semipermeabile attraverso la quale passa solo il solvente puro, mentre il soluto si raccoglie sulla membrana stessa.

La funzione della membrana, quindi, è quella di selezionare le molecole e gli ioni che possono essere filtrati: il solvente passa da una zona a bassa concentrazione di soluto a una ad alta concentrazione e il suo movimento tende a far diminuire l’energia libera del sistema che dà luogo a una pressione osmotica. Applicando una pressione esterna per invertire il flusso del solvente puro è possibile ottenere osmosi inversa.

Come funziona l’osmosi inversa?

In pratica c’è una bobina semipermeabile che separa i due liquidi dalle diverse concentrazioni di soluto, per cui il liquido tende a passare da una zona a bassa a un’altra ad alta concentrazione secondo un principio di equilibrio chimico. L’osmosi, in pratica, costringerebbe il solvente a passare da una regione all’altra attraverso una pressione maggiore di quella osmotica. In questo modo, per esempio, è possibile separare l’acqua di mare dal sale per renderla potabile in quanto l’acqua sotto pressione passa attraverso la membrana che ne permette la purificazione dell’acqua e diventa potabile.

La membrana usata per osmosi inversa viene prodotta per permettere il passaggio solo di determinate molecole, escludendo i soluti più grandi come gli ioni di sale. Esistono differenze importanti tra osmosi inversa e la filtrazione: quest’ultima, infatti, esclude le molecole a prescindere dai parametri operativi come la pressione e la concentrazione, mentre osmosi genera un meccanismo diffusivo tale che la separazione delle molecole e degli ioni più grandi dipende dalla concentrazione del soluto, dalla pressione e dalla velocità del flusso dell’acqua. Ecco perché osmosi inversa è il processo ottimale per purificare l’acqua di mare o salmastra. Se in passato tale processo avveniva solo in laboratorio, oggi è possibile usarlo per ottenere l’acqua potabile altamente purificata.

Tecnologia da indossare

Un viaggio nel mondo dei dispositivi hi-tech da indossare: un ecosistema tutto da scoprire, soprattutto nell’ambito biomedicale, così i nuovi ingegneri inventano il futuro con la consapevolezza di essere i pionieri per le nuove generazioni.

Che cos’è la wearable technology?

La cosidetta wearable technology sta trasformando il nostro modo di itneragire con il mondo circostante: cinturini, anelli, microcamere, auricolari e poi la proliferazione di Apps su dispositivi mobili, oggi ci aiutano a tenere il nostro corpo e il nostro spazio ‘sotto controllo’. E’ una sfida continua all’invenzione migliore che si basa su infinite possibilità che ci permetteranno di diventare, un po’ meno uomini e forse un po’ più androidi.

Basti pensare al tatoo elettrico, ovvero alle biobatterie che saranno tatuate sul corpo (ma in modo temporaneo), in grado di monitorare i parametri vitali e di generare energia dall’acido lattico prodotto durante l’attività fisica. Si tratta di un dispositivo ideato dall’Università della California a San Diego che, per il momento, può alimentare solo ludi a Led, ma la promessa è che tra qualche anno riuscirà a ricaricare i nostri cellulari solo attraverso il sudore, grazie ad un enzima contenuto nel sensore che ruba elettroni dall’acido lattico.

Le tecnologie migliori nel settore salute

Insomma un universo tecnologico che coinvolge ambiti completamente diversi, ad iniziare proprio dalla salute, settore che sembra conquistare ogni giorno fasce sempre più ampie di mercato che, a livello globale, subirà una crescita stratosferica da ora fino al 2018: recenti rapporti, come quello stilato dalla Abi Research, infatti, mostrano che entro quella data ci sarà un picco di vendite che raggiungerà i 485 milioni di device. E la certezza è che la tencologia indossabile sta aprendo nuove opportunità di business anche per quelle industrie che non avrebbero mai pensato di scommettere sul mondo del wearable.

C’è l’imbarazzo della scelta soprattutto per ciò che riguarda il settore benessere – da non confondere con quello della salute il cui confine è spesso molto labile – perchè il mercato della tecnologia da indossare sembra quasi tutto orientato sulla percezione del sé, sul monitoraggio del nostro corpo: dal FuelBand di Nike al MiCoach Fit Smart di Adidas, per passare alle funzioni ‘health’ previste dalla Apple nel nuovo sistema operativo, fino al SunFriend, prodotto uscito a maggio, dopo aver vinto il primo premio al Tech Brief’s Design the Future della NASA. Si tratta di un bracciale che controlla i raggi UV sul nostro corpo, avvertendo quando l’esposizione al sole diventa rischiosa.

Gadget tecnologici: occhiali e bracciali del futuro

Da qualche tempo esiste un’alternativa tecnologica a bracciali ed occhiali. L’orecchio è una zona ideale per posizionare un device che contiene sensori in grado di monitorare la frequenza cardiaca, la temperatura corporea e la saturazione di ossigeno nel sangue. I dati vengono poi calcolati e digitalizzati per essere trasmessi a smartphone o ad altri dispositivi.

Gli occhiali più tecnologici del mondo

Quando allo sviluppo e alla produzione di uno strumento biomedicale occorrono grande impegno e fatica da parte dell’azienda nel lungo iter che accompagna il prodotto fino alla sua certificazione. E spesso accade che, una volta approvato, risulti obsoleto per il mercato. Ma le tappe da rispettare si sono dimostrate fondamentali per affidabilità ed efficacia di un device che, si suppone, debba essere indossato 24 ore al giorno, sette giorni su sette dai pazienti.

La Evena Medical è la società che ha presentato degli occhiali speciali che attualmente si attestano come l’unico dispositivo sul mercato con tecnologia di imaging vascolare multi-spettrale che consente la condivisione delle informazioni a distanza. Prodotti che rappresentano un’opportunità findamentale per migliorare l’efficienza all’interno delle strutture sanitarie. Ad ogni modo, la sfida principale del settore resta la sicurezza e la precisione dei dati che servono davvero per attuare una rivoluzione nel mondo della sanità. Il prossimo passo è far sì che le tecnologie diventino la nostra password per interagire con tutto ciò che ci circonda, attraverso lo sviluppo di sistemi di crittografia e riconoscimento biometrico, perchè l’accesso diventi un fatto esclusivamente personale.

Nymi: il bracciale rivoluzionario

Karl Martin è il Ceo della Bionym, una società con sede a Toronto che da tempo lavora alla realizzazione di Nymi, un bracciale rivoluzionario, unico, in grado di utilizzare il riconoscimento biometrico legato all’attività cardiaca per autenticare l’identità della persona. La prerogativa è quella di indossarlo appena svegli: basta solo premere sulla parte superiore per dare inizio alla registrazione dell’elettrocardiogramma.

Un’attesa di circa due minuti per far diventare questa impronta cardiaca, la nostra password con il mondo, che perdurerà anche durante le modificazioni del nostro battito. Nymi dovrebbe uscire sul mercato entro la fine dell’autunno, senza alcun concorrente, attestandosi così come l’unico prodotto del suo genere. Karl Martin promette agli utenti di riappropriarsi in questo modo della privacy. E qui la cosa sembra davvero garantita, dato che un ECG è diverso da persona a persona. Insomma, il futuro della tecnologia passa sicuramente per l’ambito biomedico.

CLEXPO (c) 2015